LUCAS XXIII

Abbiamo parlato di Borges come di uno scrittore cerebrale, con una cultura vastissima, appassionato di lettura prima ancora che di scrittura, dichiaratamente agnostico ma con una forte propensione e curiosità verso i temi religiosi.

Proprio il suo stile camaleontico lo porta a mettere in discussione il suo agnosticismo,lui stesso confessava che:”I cattolici credono in un mondo ultraterreno,ma ho notato che di esso non si interessano. A me succede il contrario: mi interessa, ma non ci credo”.

Possiamo trovare tre poesie intitolate con le citazioni dei versetti biblici, tra queste LUCAS XXIII che riprende il momento del pentito crocifisso accanto a Gesù ed è un ottimo spunto per vivere il periodo di Quaresima.

LUCAS XXIII

Gentil o hebreo o simplemente un hombre
cuya cara en el tiempo se ha perdido;
ya no rescataremos del olvido
las silenciosas letras de su nombre.
 
Supo de la clemencia lo que puede
saber un bandolero que Judea
clava a una cruz. Del tiempo que antecede
nada alcanzamos hoy. En su tarea
 
última de morir crucificado,
oyó, entre los escarnios de la gente,
que el que estaba muriéndose a su lado
era Dios y le dijo ciegamente:
 
Acuérdate de mí cuando vinieres
a tu reino, y la voz inconcebible
que un día juzgará a todos los seres
le prometió desde la Cruz terrible
 
el Paraíso. Nada más dijeron
hasta que vino el fin, pero la historia
no dejará que muera la memoria
de aquella tarde en que los dos murieron.
 
Oh amigos, la inocencia de este amigo
de Jesucristo, ese candor que hizo
que pidiera y ganara el Paraíso
desde las ignominias del castigo,
 
era el que tantas veces al pecado
lo arrojó y al azar ensangrentado.

Gentile o ebreo o solamente un uomo il cui volto nel tempo s’è perduto; non potremo contendere all’oblio le lettere ormai mute del suo nome
Di clemenza conobbe quel che può conoscere un bandito che Giudea inchioda ad una croce. Del passato nulla sfioriamo.Nella sua fatica
ultima di morire crocifisso, udì, tra i vilipendi della gente, che colui che moriva accanto a lui era un dio e gli disse ciecamente:
“Ricordati di me quando sarai nel tuo regno” e la voce inconcepibile che un giorno giudicherà tutti gli esseri gli promise dalla Croce terribile
il Paradiso. Nient’altro si dissero finché venne la fine, ma la storia non lascerà che muoia la memoria di quel giorno in cui entrambi morirono.
Cari, l’ingenuità di questo amico di Gesù Cristo, il candore che fece sì che chiedesse e avesse il Paradiso dall’ignominia della sua condanna,
fu quello che così spesso al peccatolo spinse e all’avventura insanguinata.

Dalila Rossetti

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