Jorge Francisco Isidoro Luis Borges nasce a Buenos Aires nel 1899.
Poeta, saggista e scrittore è tra i più influenti artisti sudamericani del ‘900, manifesta fin dalla tenera età una vocazione letteraria.
Nel 1914 si trasferisce con la famiglia a Ginevra dove rimane fino al 1918.
Il soggiorno svizzero è un periodo intenso di studi che influenzeranno in modo inevitabile le sue opere, frequenta anche gli ambienti letterari dove impara a conoscere e utilizzare le metafore, elemento essenziale dei poeti Ultraisti.
Quando torna in patria scrive “Finzioni”, da quel momento il mondo scopre la letteratura argentina e sudamericana.

Borges ha la fama di essere un autore impressionante, inarrivabile per la maggior parte dei lettori, chi si imbatte nei suoi scritti per la prima volta si rende conto di avere davanti una vetta da scalare piuttosto ripida, la realtà labirintica, il linguaggio colto e un richiamo costante al mondo filosofico lascerebbero intendere di lasciar perdere fin da subito.
Ma cosa allora dovrebbe spingere un neofita ad accostarsi al mondo Borgesiano?
Ricordo di averci messo almeno un anno prima di trovare il racconto che mi ha fatto innamorare di questo autore, quasi per caso ho scoperto l’ALEPH, una raccolta di 17 racconti pubblicata nel ’49 che comprende i temi più ricorrenti e cari allo scrittore come il labirinto, lo sdoppiamento, la morte, l’infinito, gli specchi.. (Letteralmente Aleph significa zero, deriva dall’alfabeto ebraico ed è usato anche in matematica per indicare il numero degli elementi di un sistema finito, un punto di inizio verso cui le cose fanno ritorno). È quasi impossibile però scegliere un titolo che spicca su tutti gli altri, ne Il libro di sabbia ad esempio trovano spazio i miti nordici altra tematica molto usata e in molti saggi viene citato molto spesso Dante, lo stesso Benigni ha menzionato spesso Borges nei suoi spettacoli e alla premiazione del Leone d’oro ha dedicato una frase scritta dall’autore sudamericano alla moglie. ”Conosco una sola misura del tempo, con te o senza te”
Chi ama leggere non può non tentare di avvicinarsi al mondo finzionale creato da questa penna brillante, Borges ha lasciato la sua eredità ovunque, persino nella cultura POP, numerosi infatti sono gli artisti che si sono lasciati ispirare, Calvino, Sciascia, Cortázar, Eco (che nel Nome della Rosa dá il nome di Jorge da Burgos a uno dei personaggi in suo onore),anche cantautori come Guccini e Vecchioni (che scrive “Il Miracolo segreto“, ispirandosi al racconto omonimo) omaggiano lo scrittore porteño.
E allora proprio come i protagonisti borgesiani lasciamoci risucchiare in uno spazio sospeso che ci permette di staccare, non farci troppe domande e lasciar scorrere un flusso di coscienza infinito.
Nel prossimo articolo potete approfondire una sua opera poetica!
Dalila Rossetti