Dopo aver analizzato il mito di Icaro legato al tema del limite , questa settimana approfondiremo il limite nell’ambito matematico, che per alcuni di voi sarà già sfortunatamente familiare 🙂 e come quest’ultimo abbia delle analogie con la vita.
Il limite è un concetto fondamentale nella matematica che serve a descrivere il comportamento di una funzione nell’intorno di un punto o all’infinito.
Questa operazione, in parole semplici, consente di determinare il valore o l’andamento che una funzione tende ad assumere man mano che si avvicina ad un determinato punto o si allontana verso l’infinito.
Solitamente si utilizza il limite nello studio di funzione quando quest’ultima non esiste agli estremi di un intervallo o in un punto.
A seconda del risultato, la funzione può tendere ad un valore finito o ad infinito: in questo caso si parla di discontinuità in quanto la funzione presenta un’”interruzione”.
Si può trovare una stretta similitudine tra il limite matematico e la vita umana: anche in questa si hanno dei limiti di diversa natura e non si conosce davvero cosa ci sia oltre essi.
Il limite può interessare un solo ambito, un solo ostacolo, un solo “punto”, ma dopo il superamento la “funzione della vita” continua; in molti casi, quando si incontra questa problematica il superamento del punto di discontinuità* porta ad una crescita personale, in quanto si è stati capaci di oltrepassare l’ostacolo rompendo così il limite anteposto.
In altri casi, invece, si ha una ricerca incondizionata di un qualcosa che porti felicità, scordandosi che questo fine è, in quel momento, irraggiungibile, come in un limite il cui risultato è “infinito” non si raggiungerà mai l’argomento (l’obiettivo) ma ci si avvicina sempre di più ad esso in modo asintotico: lo si raggiungerà ad infinto, ciò che l’uomo suo malgrado non è.
*In matematica un punto nel quale la funzione è assente e non assume un valore determinato, in questi casi si studia il limite della funzione a sinistra e a destra del punto.
Giovanni Galli